IL CATTIVO, CELIA AARON. Recensione di Eleonora.


Titolo: Il cattivo
Autore: Celia Aaron
Editore: Grey Eagle Publications
Pubblicazione: 2 giugno 2020
Genere: Dark romance
Prezzo: € 5,66 ebook


Mi chiamo Sebastian Lindstrom, e sono il cattivo della storia. 

Ho deciso di mettermi a nudo, di dire la verità per una volta nella mia ingannevole vita, non importa quanto possa essere oscura. E vi assicuro che è così oscura, che vi ritroverete a vagare per i recessi bui della mia mente, in cerca della maniglia della porta che non c’è. 
Non scambiatela per una confessione. Non sono in cerca di perdono, e in ogni caso non lo accetterei. I miei peccati mi appartengono. Mi tengono compagnia. Si tratta della vera storia di come l’ho trovata, rapita e poi persa. 
Era una dolce donzella e aveva già il suo principe azzurro. Ma ogni fiaba ha un cattivo, qualcuno appostato nell’ombra pronto a mandare tutto all’aria. Un mascalzone disposto a mettere il mondo a ferro e fuoco pur di ottenere ciò che vuole. Quello sono io. 
Il cattivo della storia.

Ogni volta che viene tradotto in italia un nuovo romanzo di Celia Aaron il mio cuore accelera i battiti e i miei occhi brillano. L’ho conosciuta personalmente, abbiamo scambiato qualche opinione e ogni suo romanzo letto mi è piaciuto e si è impresso nella mia memoria. Le sue storie e i suoi personaggi sono creati a regola d’arte e alla fine di ogni romanzo mi resta quella voglia di chiamarla al telefono per dirle: "grazie, grazie per avermi trasmesso un mare di emozioni indimenticabili". Purtroppo questa volta qualcosa è andato storto, nella storia, nei personaggi e quel mare di emozioni che mi aspettavo mi travolgesse, non è arrivato.
Sebastian è un personaggio che viene descritto come oscuro, cattivo, psicopatico. Apparentemente la sua vita è perfetta: è ricco, ricopre un importante carica nell’azienda di famiglia, è di bell’aspetto e ha un fisico invidiabile. Ma dentro di lui vive un’altra persona. Un uomo che non è ancora riuscito a far pace con la sua anima, che non ha mai provato un’emozione, un sentimento, un turbamento. La sua emotività è pari allo zero ed è convinto che solo una donna sia in grado di provocare in lui tutto ciò: Camille.
L’euforia, la sensazione più vicina alla felicità che avessi mai provato, s’impossessò di me. Non volevo altro che lei, un assaggio della magia che esercitava. Le sue guance erano arrossate e non mi sfuggì lo sfavillio dei suoi occhi. Era deliziosa, un tesoro nascosto seppur in bella vista. E io lo volevo per me. Avevo sentito parlare dell’amore a prima vista, ma non conoscevo tale emozione. Quello che scorreva nelle mie vene era il desiderio di possederla, non quella sciocchezza sentimentale fatta di cuori e fiori.
Camille è un’insegnante di biologia in una scuola superiore appena fuori città ed è anche la fidanzata di Link, uno degli amministratori delegati dell’azienda di Sebastian.
Alla serata di gala dell’azienda, Camille viene presentata a Sebastian e dall’incontro dei loro sguardi capisce subito che è arrivato il momento: questa donna deve essere sua, solo sua. Per farlo lui non conosce i mezzi classici del corteggiamento, le avances o gli inviti a un appuntamento romantico. L’unico mezzo che conosce è il possesso, ciò che vuole se lo prende e se non può farlo consenzientemente lo fa di prepotenza. Rapisce Camille mentre è in partenza per un viaggio in Amazzonia, in modo da non far dubitare della sua momentanea scomparsa. 
Camille si ritrova catapultata nella realtà che vive Sebastian. Chiusa in una casa isolata dal resto della città e dove nessuno sa che si trova imprigionata. Sebastian vuole prendere possesso prima della sua mente - per farle capire che il suo futuro sarà con lui - e poi del suo corpo - per farle provare quell’eccitazione che contrasta la sua volontà.
Era orribile, un rapitore, uno stalker… la malvagità fatta persona. Perché allora portava a galla le mie emozioni molto più facilmente di quanto facesse Link?
Come reagirà Camille di fronte a questa scelta? Sarà in grado di combattere uno psicopatico che vuole prendere possesso della sua vita?
«Lei mi fa provare qualcosa.» Indicai mio padre. «Le tue lacrime dovrebbero farmi sentire triste, vero? E invece no. Ti vedo turbato e penso che non voglio che tu sia infelice, ma non sento la tua tristezza. Ma lei…» Mi piegai in avanti, come se la vicinanza potesse far capire meglio il mio punto di vista a mio padre. «Quando piange, quando ride: lo sento qui dentro.» Mi toccai il petto, proprio sopra il cuore. «Non mi è mai successo prima, non ho mai provato nulla di simile. Non posso lasciarla andare. Non lo vedi?» Camille si voltò verso di me, con l’espressione triste, anche se sospettavo che la sua pietà fosse rivolta più a me che a se stessa.
Come accennavo prima questa volta non mi è arrivato molto di questo romanzo. Sono abituata a questo genere descritto dalla Aaron ma in questa storia di dark c’è solo l’inchiostro nero usato per scrivere. Da sempre mi ha abituato a un genere in cui il dark è la materia prima, il re assoluto della storia. Da lettrice mi sono sempre sentita in bilico tra emozioni ed eccitazioni. I miei occhi scorrevano veloci sulle parole per catturare il più possibile tutte quelle sfumature che i personaggi e i loro dialoghi mi trasmettevano.
Qui la parola "cattivo" non è certo adatta per il titolo del romanzo. Sebastian può essere tante cose, ma cattivo proprio no. Lo fa credere forse, ma durante la lettura questo aggettivo non l’ho mai percepito. Ed anche la parola psicopatico, più volte ripetuta da Camille verso Sebastian, l’ho trovata fuorviante. Sebastian è folle e nella sua follia ci vuol far intendere di essere psicopatico. Un altro aggettivo che non caratterizza questo personaggio che in più di una occasione ha dimostrato di essere incoerente con se stesso e con i suoi pensieri. 
Camille non è una liceale, ma un’adulta che dovrebbe sapere cosa aspettarsi da un uomo. Il suo personaggio non è stato ben costruito e pertanto è risultato scialbo, i suoi dialoghi sono ripetitivi, non ho percepito quella paura che avrei dovuto leggere nei suoi occhi. Le sue scelte, discutibili, non arrivano mai a un dunque e la decisione di scappare per salvarsi non la porta a rendere giustizia a un gesto compiuto da una donna che è stata rapita, privata della sua privacy, allontanata dai suoi amici e dai suoi affetti. 
Certo, sono due personaggi che vanno psicanalizzati, sviscerati, scomposti e ricomposti per capire cosa le loro menti “contorte” trasmettono ai loro corpi.
Nello scorrere della storia nessun colpo di scena o di suspense mi ha smosso quella voglia di continuare nella lettura. È un peccato, personalmente parlando, perché la trama aveva un bel potenziale ed era ben congeniata. Forse non sono entrata in empatia con i protagonisti, forse non ho capito fino in fondo la loro psiche, forse non sono arrivata al cuore della storia. Ma troppi forse mi lasciano perplessa sulla resa di questo romanzo. Celia Aaron ha la capacità scrittoria di regalare al lettore infinite suggestioni, nei suoi altri romanzi non mancava nulla per portare il lettore sul bordo del precipizio e cercare di non farlo cadere era quasi impossibile dall’inizio alla fine. 
Ha influito molto, secondo il mio parere, anche la traduzione di alcuni termini dalla lingua originale che non assumono le stesse sfumature nella lingua italiana.
Un finale quasi scontato mi ha portato a finire questa lettura senza sentirmi coinvolta come avevo sperato. Una delusione portata principalmente dalle mie aspettative, trama e titolo, che non sono state soddisfatte.
Se volete conoscere la vera identità dark di Celia Aaron vi consiglio di leggere oltre a questo romanzo anche gli altri suoi scritti per apprezzarla e stimarla come la grande autrice che è.
Buona lettura,
Eleonora


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