TUTTO QUELLO CHE NON MI ASPETTAVO, VALENTINA SAGNIBENE. Recensione.


Titolo: Tutto quello che non mi aspettavo
Autore: Valentina Sagnibene
Editore: Giunti
Pubblicazione: 6 giugno 2018
Genere: Contemporary romance
Prezzo: € 7,99 ebook; € 14,00 cartaceo

Francesco, neolaureato insicuro e intellettualoide, eternamente deluso in amore e incapace di trovare un lavoro, ha un unico grande successo: attraverso un alter ego donna, scrive su un blog femminile raccogliendo uno stuolo di fan adoranti, tanto che le responsabili del sito lo contattano per assumerlo, ma scoprono con orrore la sua identità maschile. Decidono però di dargli una chance e lo mettono in competizione con altre voci del blog: chi consegnerà la miglior storia avrà il posto. Matilde, tosta e all'apparenza scontrosa, indurita dall'assenza della madre che la abbandonò inspiegabilmente quando era una bambina e lacerata dalla recente morte del padre cui era legatissima, nasconde la propria fragilità ma sempre più spesso è preda di attacchi di panico. Matilde comprende che, se vuole liberarsi dal peso che la opprime e andare avanti, deve prima far pace con il passato. Francesco e Matilde non potrebbero essere più diversi, ma quando i loro destini casualmente si incrociano, Francesco intuisce che il passato di Matilde potrebbe dargli lo spunto per la storia che cerca e decide di accompagnarla nel viaggio alla ricerca della madre... Un viaggio che riserverà loro tutto quello che non avevano previsto.



Questo è il racconto di due vite, due universi che collidono in maniera del tutto inaspettata. Francesco è appena tornato da un viaggio a Londra, è il ritratto del perfetto figliol prodigo che torna in patria. Sulle spalle ha un carico di delusioni e disillusioni che pesano quasi fino a schiacciarlo. La sua storia d’amore, quella in cui aveva riposto speranze per il futuro, è naufragata in un batter d’occhio senza che se ne rendesse conto, le sue finanze si sono ridotte all’osso e non gli è rimasta altra scelta se non quella di tornare a casa ammettendo di aver sbagliato. I suoi genitori, forse, avevano ragione. Il suo era sogno troppo grande, troppo ambizioso, non adatto a lui. Perché recarsi all’estero? Perché non provare a lavorare in Italia, fare un bel master nel settore marketing? Sua madre, apprensiva e convinta, continuava a bombardargli la testa. Fino a che Francesco ha iniziato davvero a dubitare della sua scelta. La passione per le lettere e la laurea triennale in Lettere Moderne non l’avrebbero portato da nessuna parte. 
Matilde è giovane e ha una vita davanti. Potrebbe fare, sognare, eppure il passato la tiene ancorata e immobile. Ai ricordi, ai pensieri, alle persone. Le basta una foto trovata per caso, o più semplicemente una parola, per riportarla indietro alle questioni irrisolte. La morte del padre le fa male ogni giorno di più. Lui sapeva capirla, stringerla, amarla. L’abbandono di sua madre, quando era ancora una bambina, non ha mai smesso di farle porre interrogativi. Da una parte il desiderio di cercarla e trovarla, dall’altra la consapevolezza di essere incapace di perdonare. 
Se in un primo momento i due si odiano, pian piano si ritroveranno a passare più tempo del previsto insieme. Francesco e Matilde sembrano in un primo momento male assortiti. Matilde ha un caratterino particolare, non le manda certo a dire, e Francesco incassa i colpi con finta nonchalance. Lei attacca, sbraita, dubita, incolpa. Lui accusa il colpo. 
Una relazione impari, che fa pensare a quanto di più negativo possa succedere. Non arriveranno mai a innamorarsi è stato il primo pensiero che ho avuto dopo averli visti interagire. E poi, più che concentrarmi su di loro insieme, come coppia, mi sono concentrata su di loro individualmente. Perché Tutto quello che non mi aspettavo è la storia di due individui con delle storie personali alle spalle, con delle problematiche irrisolte, con un percorso in salita tutto da compiere. Sono incompleti, irrealizzati, spezzati. Francesco quanto Matilde. Prima di potersi lasciare andare all’amore devono lavorare su se stessi, imparare a superare le paure, ritrovare ciò che si sono lasciati alle spalle o ciò di cui hanno bisogno per andare avanti. La fiducia in se stesso nel caso di Francesco, la persona che l’ha messa al mondo nel caso di Matilde. 
Si tratta di un romanzo di formazione, di crescita significativa. È questo un percorso a ostacoli, tutto da vivere, superare, affrontare. È una storia di coraggio, di consapevolezze acquisite, di resilienza. 
“Una storia d’amore non è mai soltanto una storia d’amore” recita la copertina. Nulla di più vero nel caso dei protagonisti. 
«Hai mai aspettato così tanto che qualcosa accadesse da perderci la speranza?» «Intendi tipo un’occupazione? Quella sì. Alla fine ho perso le speranze!» replicò Francesco. «No, intendo più… una persona.» «Con le persone è tutto più complicato.»
Così come sono, a inizio romanzo, non sono affatto pronti a lanciarsi in una storia d’amore né ad aprirsi ad altre persone. Sono ancora immaturi, acerbi, egoisti. Troppo concentrati su se stessi e sul loro mondo per potersi guardare intorno. 
Insieme faranno un viaggio che sarà metaforico più che fisico, un viaggio simbolico che aprirà loro gli occhi e gli farà vedere finalmente la luce di chi li circonda. Il Francesco che conoscerete a inizio romanzo non è lo stesso che troverete a fine libro, e lo stesso vale per Matilde. 
L’essere umano risulta geneticamente portato a lasciarsi coinvolgere in situazioni complesse. La maggior parte delle volte crediamo di avere il controllo su tutto, di aver previsto ogni possibile ostacolo. Eppure, questo non previene la caduta. Non ci fornisce una rete di sicurezza per attutire l’impatto, soprattutto quando esso è talmente imprevisto che ancora dopo giorni, con le ossa rotte, ci domandiamo come si è finiti sull’orlo del burrone. 
Tra i due personaggi e le loro personali storie devo ammettere che ho avuto sin dall’inizio una preferenza netta per Francesco. Lui, a differenza della protagonista, si lascia conoscere e avvicinare con più facilità. Per me è stato come un libro aperto che non vedevo l’ora di sfogliare tutto. Ho amato la sua sensibilità nascosta, la sua timidezza, le sue insicurezze. A volte di bad boy se ne ha abbastanza ed è bello riscoprire un uomo così dolce e fragile. Matilde, invece, è più scostante e dura. Più difficile da conoscere. Dietro la scorza dura c’è tanto dolore, ma prima di poterlo vedere dovrete macinare pagine. 
L’amore, a volte, ha bisogno di tempo, di maturazione, di pause. I due, pur facendo un percorso insieme, uno accanto all’altra, lavorano e si impegnano in maniera individuale, fino ad arrivare a risolvere ogni problematica e a potersi finalmente aprire a questo meraviglioso sentimento. 
L’amore di Francesco e Matilde è come una canzone messa in pausa prima del ritornello. Una canzone che riparte al momento giusto. 
Consigliato a chi non cerca solo una storia d’amore. Consigliato a chi ama le storie di vita, i percorsi difficili e accidentati, a chi non ama la pappa pronta. Consigliato, soprattutto, a chi crede che l’amore arrivi al momento giusto, senza mai affrettare i tempi. 
«Perché tutto ciò che cresce con amore diventa bellezza. Ogni cosa. E porta in sé le tracce dell’amore ricevuto per tutta la vita.»



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