TUTTO IL BUIO DEI MIEI GIORNI, SILVIA CIOMPI. Recensione.


Titolo: Tutto il buio dei miei giorni
Autore: Silvia Ciompi
Editore: Sperling & Kupfer
Pubblicazione: 10 aprile 2018
Genere: New adult
Prezzo: € 9,99 ebook; € 14,90 cartaceo

Camille ha vent'anni, ama lo stadio nelle domeniche di primavera, con le maniche corte e le bandiere mosse dal vento, e ama la sua curva, in ogni stagione. Lì salta sugli spalti, tiene il tempo con le mani: è la cosa che ama di più al mondo. È l'unico posto dove si sente davvero viva. Ma un giorno, proprio fuori dallo stadio, la sua vita si spezza. Un'auto con a bordo un gruppo di ultras la investe. Tra di loro c'è anche lui : in curva tutti lo chiamano Teschio. Sembra il cliché del cattivo ragazzo, ricoperto di tatuaggi e risposte date solo a metà. Eppure Teschio e Camille sono come due libri uguali rilegati con copertine differenti. Due anime che non hanno fatto in tempo a parlarsi prima, a guardarsi meglio. Si sono passati accanto migliaia di volte, ma non sono mai stati davvero nello stesso posto. Lo sono ora. Ora che il dolore si è mangiato tutto ciò che Camille era.

La vita di Camille viene stravolta da un incidente: davanti allo stadio un’auto la prende in pieno. Colpa sua, che non aveva guardato prima di attraversare. O forse colpa di chi c’era nell’auto. Prima dell’incidente Camille amava lo stadio, la curva e i cori. È cresciuta lì, ogni domenica pomeriggio aveva un sapore diverso, perché si sentiva finalmente parte di qualcosa, di un gruppo, di un sogno. Adesso Camille si ritrova in un letto di ospedale, con due gambe che non sente più e un braccio che probabilmente non potrà più usare. La sua vita è stata spezzata troppo presto, quando il meglio ancora doveva venire. 
Teschio, così lo conoscono tutti allo stadio, ha un passato familiare difficile alle spalle. Le sue giornate sono fatte di lavoro per tirare avanti, canne, alcol e stadio. Lui è uno dei capi ultras, di quei ragazzi che Camille guardava con orgoglio e desiderio, desiderio di essere lì in mezzo, di cantare insieme a loro, di stringersi per lo stesso obiettivo. 
Camille e Teschio si sono solo guardati da lontano, finora. Dopo l’incidente le cose cambieranno e loro strade si incroceranno. Perché a guidare l’auto che ha preso in pieno Camille c’era uno degli amici più cari di Teschio e lui quel giorno non riesce a toglierselo dalla testa. 
I sensi di colpa lo divoreranno, finchè non capirà che stare vicino a Camille, aiutarla a rimettersi in piedi e a ritrovare la speranza, farà stare un po’ meglio anche lui. 
Tutto il buio dei miei giorni mi ha folgorato per la sua copertina, che trovo bellissima e d’impatto. Poi per la trama. Intensa, toccante, commovente. Di quelle che ti fanno capire che all’interno c’è una storia che ti sfiorerà il cuore, che ti rimarrà dentro per un po’, comunque vada. Quando l’ho avuto tra le mani mi ci sono tuffata, smaniosa di iniziare a conoscere Camille e Teschio. Più andavo avanti e più sentivo il bisogno di prendermi una pausa, di metterlo in stand by e di centellinare parola per parola, capitolo per capitolo, per far sì che non finisse tutto troppo in fretta. 
E in effetti è andata così: l’ho tenuto sul comodino a lungo, per quasi un mese. Lo riprendevo di tanto in tanto, leggevo una cinquantina di pagine e poi ritornavo a respirare. Perché Camille e Teschio ti risucchiano nel loro mondo, ti estraniano, scavano a fondo. 
È una cazzata, questa cosa tra me e te, questo modo di guardarci. È una cazzata, Camille, non ce lo possiamo permettere. 
Due personaggi difficili, una storia fatta di silenzi, di cose non dette; una storia fatta di rabbia, speranza, passione, dolore. Teschio è un personaggio difficile da capire, perché parla poco, ha modi bruschi, e, ne sono certa, odierete la sua arroganza. Il suo modo di “risvegliare” Camille e riportarla al mondo è fatto di durezza: le sputerà addosso la verità, lo farà con crudeltà, in maniera spietata, senza risparmiarle nulla, neanche una briciola di dolore. Poi, però, imparerete a capirlo. E sarete più clementi, perché dietro la corazza c’è un ragazzo che si è dovuto fare da solo, che ha superato l’assenza del padre e poi la morte della madre, sempre da solo. È incazzato con il mondo, con la vita, con chi gli ha tolto tutto senza pietà. Perché lui, prima di Camille, ha imparato cosa significhi soffrire e ritrovarsi senza niente. 
Teschio è anche un personaggio ambiguo, che in alcuni punti sarete incerte se amare o odiare. Finirete sempre per amarlo, certo, ma una punta d’odio ci sarà. Perché entrerete nella pelle di Camille, sentirete il suo dolore, la sua delusione, il suo sgomento. Lo farete vostro, e vorrete proteggerla. 
Lei è una ragazza con una forza incredibile, dalle reazioni coerenti e credibili. Un bel personaggio: tenace, coraggiosa, vera. Fatta di carne e di passione, di rabbia e amore. 
Insieme danno vita a un vulcano incredibile di emozioni, negative e positive. Sfogano l’uno sull’altra il dolore che si portano dentro, la voglia di spaccare tutto, di cambiare cose che non hanno il potere di cambiare. Si fanno del male, si mordono, si graffiano, si distruggono. Per poi rinascere insieme, per sentire ogni cosa. L’amore, il desiderio, le paure. 
Corro io per te, posso farlo, posso essere i tuoi passi, le tue risate, il sole nei tuoi giorni bui. Corro io per te e tu mi puoi restare addosso, dentro, puoi chiedermi di essere quello che vuoi, tutto quello di cui hai bisogno.
La loro storia è intensa perché intensi sono loro e il bagaglio che si portano dietro. 
Le cicatrici che sfoggiano sulla pelle sono solo una parte di quelle che li contraddistinguono. Le più vistose, quelle che ancora fanno un male cane, le portano dentro, in un angolo del cuore che sono disposti a mostrare a pochi. 
La scrittura di Silvia Ciompi è tagliente, suggestiva e perfettamente in linea con i personaggi di cui racconta. Il linguaggio colloquiale scelto rende ancora più veri Teschio e Camille e il contesto in cui si conoscono e vivono. L’autrice ha saputo mettersi nei loro panni facendoli arrivare al lettore in maniera cruda, senza orpelli o finzioni. 
Vai a vedere che ti soffoco e te manco te ne accorgi, come non ti accorgi che ogni cosa che fai è una cicatrice in più sulla mia pelle. Come non ti accorgi che mi fai male anche solo se mi respiri lontano. 
Teschio e Camille sono fatti così, di errori e dolore. Non sono perfetti, non sono giusti. Sono semplicemente loro. Si amano o si odiano per quello che sono, per come si mostrano, senza voler piacere o voler insegnare nulla. Sono due anime che si mettono a nudo e si offrono al lettore. Nella loro totalità e nella loro complessità. 
Tutto il buio dei miei giorni è una storia straziante, che entra nelle ossa e annienta il lettore. È una storia che non ha paura di raccontare e di toccare il buio più profondo, anzi lo accarezza, lo innalza, ce lo dona. 
Un amore così è una malattia, una di quelle che ti si insinua nel sangue, ti modifica il DNA e non se ne va più. È corrosivo, come una dipendenza, è morboso come la follia dei matti, è ossessivo ed è tossico. 
La struttura narrativa è quella tipica della piattaforma Wattpad (il romanzo infatti è nato proprio così, raggiungendo tre milioni di lettrici): capitoli brevi, che si interrompono di colpo. Forse questa è stata l’unica cosa che non ho saputo apprezzare appieno del romanzo. Si tratta ovviamente di gusto personale, ma non amo i capitoli così brevi, mi danno sempre l’impressione di un’andatura che procede “a singhiozzo”, piuttosto che l’idea di fluidità. 
Un piccolo dettaglio questo, quasi del tutto trascurabile, se si pensa alla potenza di questa storia. Vi entreranno dentro, il loro dolore smuoverà qualcosa dentro di voi. Rimanere indifferenti è impossibile. E ne vorrete ancora. 






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