PER IL TUO NOME SOLTANTO, ARIANNA DI LUNA. Recensione.


Titolo: Per il tuo nome soltanto
Autore: Arianna Di Luna
Editore: Cignonero 
Pubblicazione: 18 novembre 2021 versione ebook; prossimamente versione cartacea
Genere: Military romance/Age gap/
Prezzo: € 4,99 ebook

Saint-Denis, 1936. Le estati sulla Manica sono grigie e fredde. Lo sa bene Yvette Chambry, che trascorre le vacanze a Nord-Pas-de-Calais, a casa della nonna. Yvette ha dodici anni, vestiti e abitudini da maschiaccio, e una sconfinata ammirazione per i suoi cugini più grandi, Charlotte e Armand. E da qualche tempo ha anche una cotta per Aramis Leroux, il migliore amico di Armand. Ma sa bene che è un amore impossibile. Aramis la tratta gentilmente e non si prende gioco della sua goffaggine e del suo arrossire, ma ha dodici anni più di lei. Per lui, Yvette è solo una bambina. 
Parigi, 1943. A diciannove anni appena compiuti, Yvette è rimasta sola in una Parigi occupata e pericolosa. I suoi genitori sono stati arrestati dai nazisti e l’unico modo per sopravvivere è raggiungere Saint-Denis, dove si trova tutto ciò che resta della sua famiglia: sua cugina Charlotte. 
Ed è lì che si trova anche Aramis Leroux. 
Yvette non ha mai smesso di pensare a lui, non ha mai dimenticato la cotta che aveva per quel ragazzo gentile. Ma Aramis non è più la persona che lei conosceva, e la notte in cui lo incontra per caso, Yvette si rende conto che è diventato gelido, crudele, feroce. E le fa paura, anche se sta dalla parte giusta. È un comandante partigiano, combatte per la Resistenza contro l’occupazione nazista.
E non si ricorda minimamente di lei, è convinto di non averla mai vista prima. 
Dimenticarsi di lui è l’unica soluzione, ma pur non volendo Yvette deve fare i conti con la sua presenza, con l’attrazione che prova e che cerca di soffocare, senza rendersi conto che anche Aramis adesso lotta per reprimere ciò che sente. 
Perché Yvette non è più una bambina. È diventata una donna, una donna coraggiosa e testarda che non ha paura di sfidare la morte e i nazisti per amore della libertà. Una donna che non esita a imbracciare le armi e a combattere per difendere il suo Paese dagli invasori tedeschi.
E Aramis se n’è accorto.
Lui, che ora la guarda con diffidenza e desiderio. Lui, che non può permettersi di volerla.
Perché volerla per sé significa spezzarle il cuore.
E più di tutto, volerla per sé significa metterla in pericolo. 

*nel romanzo sono presenti scene destinate a un pubblico adulto. Se ne raccomanda una lettura consapevole.


«Ti amo da quando ho dodici anni. Ti ho amato sempre, anche quando non c'eri. Anche quando pensavo che non ti avrei più visto. Non ho mai smesso.»
Yvette ha dodici anni quando si innamora perdutamente di Aramis, un ragazzo di ventiquattro anni con i capelli ricci e scuri e labbra carnose. Ricorda perfettamente quel momento: le rimarrà nella mente e nel cuore a lungo, anche negli anni più duri quando sarà stremata e indebolita dalle cicatrici, dalle ferite aperte e dalla paura. 
In quell'esatto momento la sua vita ha preso una direzione nuova. Quell'incontro ha cambiato il corso delle cose, ha stabilito chi sarà Yvette, cosa ne sarà del suo futuro e quanto deciderà di mettersi in gioco per salvare la sua gente. In quell'esatto momento Yvette sa che smetterà di essere una bambina e diventerà una ragazza. Una ragazza che sogna in grande, che diventa la principessa dalle gambe tremanti davanti al suo principe azzurro. 
Il loro percorso, però, ha ben poco a che fare con le favole. 
Aramis la scambierà per un ragazzo e non mostrerà il minimo interesse per lei. I suoi occhi sono tutti per sua cugina, Charlotte. Come biasimarlo: Charlotte è bella, elegante, raffinata. È tutto ciò che Yvette sa che non sarà mai. Si sente insignificante, piccola, trascurabile. Così, durante la festa del paese, la famosa e amatissima festa di Saint-Denis, Yvette, in un abito di chiffon azzurro, concede un ballo ad Aramis. 
Un lento che le consentirà di scambiare con lui le prime parole. Un lento che confermerà il suo amore tenero e forte per quel ragazzo. Un lento che resterà a lungo solo nei suoi ricordi e che Aramis cancellerà veloce come un battito di ciglia. 
In una terra martoriata dai bombardamenti, dalle incursioni tedesche e dalla crudeltà dei loro soldati, Aramis e Yvette si ritroveranno a combattere dalla stessa parte, uno affianco all'altra. La ragazza deciderà di scendere in campo, di imbracciare un fucile o di impugnare la sua P38 per inseguire il suo ideale di libertà, per il suo popolo e per Aramis. 
Isolamento, fughe, dolore. Sacrifici, privazioni, paure. Ferite, scontri e spine. In un terreno per antonomasia infertile possono nascere nuovi fiori? Quanto tempo ci vuole affinché le ferite cicatrizzino lasciando solo un segno indelebile che non sanguina più? Può l'amore guarire cuore, mente, anima e corpo? Può la forza di un sogno spingersi oltre ogni attacco?
Arianna Di Luna mette nero su bianco la potenza dell'amore vero. Lo racconta senza filtri, con spietatezza e potenza. Prende in prestito un pezzo di storia, lo romanza e compie una magia. Fa tremare le gambe ai suoi protagonisti come al lettore mettendoli di fronte a una storia amara quanto dolce. Miele e fiele: la piccola e coraggiosa Yvette, il grande e valoroso Aramis, la sconsiderata Nemo e l'abile Lince, l'amore che sboccia durante la guerra, una traccia di colore vivo in una landa in cui la vita è stata strappata via, una rosa bellissima dai grossi petali piena di spine. 
«Ogni notte tu hai dodici anni e io ne ho ventiquattro, la nostra vita deve ancora iniziare e tu sei già tra le mie braccia. E io ti amo, ragazzina. Forse non conta più niente, ma io ti amo.»
Mi appresto a scrivere di questo romanzo con le mani che tremano e un po' di paura. In punta di piedi mi siedo e provo a buttare giù qualcosa, con la consapevolezza che mai, proprio mai, riuscirò a rendere giustizia a una storia come questa. Un compito difficile il mio, oggi. Un compito per cui non mi sento minimamente all'altezza ma al tempo stesso doveroso perché romanzi come questi vanno osannati, pubblicizzati e consigliati. Vanno fatti arrivare a più persone possibili, perché lo meritano. Di romanzi come questi bisogna parlarne. Sempre, ovunque, nel tempo. 
«Una volta mi hai detto che combattere i nazisti è più importante della vita di chiunque.» China il capo sul mio, mi dà un lungo bacio sui capelli. Tira un sospiro amaro e stanchissimo. «Non ti avevo ancora conosciuta».
Anni e anni fa, alle mie prime esperienze con il genere romance, mi innamoravo perdutamente di un romanzo che nel tempo è rimasto nella mia memoria come "il mio libro del cuore". Quando oggi mi chiedono quale sia il mio libro preferito non indugio: Novemila giorni e una sola notte di Jessica Brockmole. E tra le pagine di Per il tuo nome soltanto ho ritrovato le stesse emozioni, le stesse lacrime di un tempo. 
Sarà che gli amori di un tempo erano più forti, venivano messi a dura prova dalla vita, dovevano ancorarsi con tenacia per durare nel tempo, dovevano saper resistere alla distanza e al tempo senza avere la minima certezza di ritrovarsi. Sarà che Yvette e Aramis hanno dovuto provare sulla loro pelle, esattamente come Sue e David, le barbarie della guerra, si sono dovuti stringere più forte quando tutto sembrava crollare, si sono dovuti leccare le ferite a vicenda, si sono dovuti sostenere con una parola, uno sguardo, un abbraccio nel freddo più spietato delle lunghe notti di bombardamenti, si sono dovuti addormentare senza sapere avere certezza del risveglio. Hanno saputo apprezzare ogni sorgere del sole, perché svegliarsi ogni giorno, con l'amore accanto, non era per niente scontato. Hanno dovuto accettare di allontanarsi, per poi ritrovarsi o forse no. Hanno dovuto scegliere tra la propria vita e quella della persona amata. Hanno dovuto scegliere più volte da che parte stare e come starci. 
Yvette e Aramis sono due eroi, una ragazza e un uomo fragili quanto forti. Immensamente forti. Le loro emozioni sono fragili, il racconto tra le pagine, a cuore aperto, di Yvette è intriso di sentimenti e stati d'animo. La forza che dovranno tirare fuori per andare avanti ogni giorno li rende immensi. Eroi in carne e ossa pronti a dare tutto per la libertà. 
Poi, finalmente, i suoi occhi mi trovano. Mi sorride e io dimentico tutto. Non siamo più due partigiani. Non sento più il dolore. Non ho più un'infezione che rischia di farmi perdere la mano, non ho i capelli annodati e gli abiti laceri, un paio di scarponi da uomo, la pistola sempre carica infilata nella cintura e la camicia stropicciata. C'è solo un uomo che guarda una ragazza, e per la prima volta, per un solo istante, la guarda come se fosse innamorato di lei. Come se fosse tornato vivo a casa solo per lei. 
Una storia d'amore sofferta, piena di pathos e momenti terribili. Una storia d'amore messa duramente alla prova, un percorso accidentato che dovranno percorrere a piedi nudi, sacrificandosi e spezzandosi più e più volte, strisciando tra spine, fango, proiettili. Una storia d'amore come una poesia che riecheggia nella mia testa da giorni. Yvette e Aramis sono sulla mia pelle, fino a sentire mio ogni loro brivido. Sono nel mio cuore, fino a sentire mio ogni loro battito. Sono nelle mie lacrime di commozione ed emozione, fino a farmi sentire come se avessi combattuto insieme a loro mille e più battaglie. A volte vincendole, altre perdendole. 
Perché sì, a volte vinciamo, a volte perdiamo, ma l'amore ci salva. Sempre. 
Yvette è la punta di diamante del romanzo. Mi sono innamorata di lei dalle prime pagine. Spiritosa, piena di verve e coraggio: un concentrato di follia, sconsideratezza e intelligenza. Una ragazza sopra le righe, forte come un uomo, innamorata come una principessa. Di lei ho amato entrambe le facce della medaglia: il soldato fedele e altruista, la signorina sognante. Tanta stima per lei, per il personaggio coerente e dinamico che è sempre stata. Dirvi che ho amato anche Aramis è scontato, ma voglio farlo comunque. Ho amato anche i suoi silenzi e le sue omissioni, l'ho amato anche quando sembrava intestardirsi a star lontano da Yvette. Anche quando metteva davanti al suo cuore l'intero paese, la libertà, la giustizia. Ho amato il suo cuore grande, la sua capacità di mettere e tenere al sicuro la sua donna, pur considerandola una sua pari anche sul campo. Aramis è rispetto, fiducia, grinta. Valori, fedeltà, forza d'animo. 
Con questa storia Arianna è entrata nella mia vita a gamba tesa. Si è presa i miei pensieri e le mie notti. Tre. Esattamente tre notti in cui non riuscivo a dormire serena. Tre notti in cui tra le lenzuola non riuscivo a smettere di pensare a cosa ne sarebbe stato di Yvette e Aramis e della loro battaglia. Non giudicatemi, non consideratemi pazza. Se non avete ancora letto questo libro non potete capire cosa ho provato. Se, invece, lo state leggendo, saprete sicuramente di cosa sto parlando. Ho perso il sonno e la ragione. Ho fatto entrare Yvette e Aramis nelle mie giornate, ho preso un pezzetto del mio cuore e ci ho inciso sopra le iniziali dei loro nomi prima ancora che avessero il tempo di rubarmelo. Perché so che sarebbe andata così. Sicuramente sarebbe andata così. 
Ho ceduto, mi sono arresa all'amore. Sarebbe finita comunque così. Li ho accolti, mi sono fatta trascinare, li ho vissuti. Ho amato ogni singolo istante di quest'esperienza così totalizzante da restare impressa per sempre su di me. 
Brava, Arianna. Brava davvero. Il tuo talento grande e meritevole emerge in questo romanzo con prepotenza, senza lasciare spazio a dubbi. Una conferma, che supera di gran lunga le aspettative, che alza ancora di più l'asticella. Un tumulto di emozioni, un libro spaccacuore, una storia destinata a lasciare il segno. 
Indimenticabile, per me, per sempre. 


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