LEGGERO COME IL CIELO, C. K. HARP. Recensione di Eleonora.


Titolo: Leggero come il cielo
Autore: C. K. Harp
Editore: Self publishing
Pubblicazione: 10 luglio 2020
Genere: M/M romance
Prezzo: € 3,99 ebook


Esistono dee invincibili di un mondo “ideale”, divinità idolatrate da ragazze e ragazzi alla ricerca di un controllo interiore, che vi si affidano immolando la propria vita, i propri chili e le speranze di essere e sparire nello stesso istante. Queste dee rispondono al nome di Mia e Ana, ovvero Bulimia e Anoressia, voci guida di una depressione latente che sormonta, avvolge e soffoca. 

È proprio di Ana che Marco si ciba, lasciandosi sbranare a propria volta, riuscendo nell’impresa senza alcuna fatica apparente. Dopo la morte di suo fratello, e la scoperta di un sentimento che non vorrebbe provare per il migliore amico, Marco si immerge senza alcuna remora in una bolla ovattata e, insensibile al resto del mondo, si lascia trasportare da un vortice di bilance, chat motivazionali su whatsapp e privazioni fisiche al limite dell’ossessione compulsiva. Ben presto, il baratro si avvicina e incombe, enorme e spalancato sul nulla, e ingloba ogni cosa, anche le motivazioni iniziali ormai dimenticate. Nonostante Ana fosse inizialmente l’unico specchio in grado di riflettere soluzioni, ormai la dea offre solo macerie e morte.
Tuttavia Marco non è l’unica persona a subire le angherie di una divinità implacabile e bastarda come solo una malattia può essere. No, perché l’universo è costituito da innumerevoli corpi celesti che, orbitando attorno a una stella, vivono e subiscono i riflessi di una luce prossima allo spegnimento.
E Riccardo, che scopre di amare Marco più di ogni altra cosa, non è pronto a vedere quel faro allontanarsi fino a diventare niente. Neanche se questo vuol dire rinunciare a un’adolescenza spensierata come quella dei loro coetanei. Neanche se la sua bisessualità lo pone davanti a scelte forse troppo grandi per la sua età.
Perché in fondo siamo solo anime di passaggio che vivono momenti di passaggio. Ma come fai a renderti conto dell’aria che ti sfiora se tu stesso sei convinto di essere un alito di vento?

“Perché solo io so cosa ti serve, ciò di cui necessiti. Solo io, che rappresento l’unico controllo possibile che hai sulla tua vita. Ti diranno che stai diventando troppo magro, che mangiare ti serve per vivere, che se il problema è la tua famiglia si può risolvere, che LUI ti amerà nonostante i chili. È una cazzata. È tutta una cazzata, e tu lo sai. Se non pensi da solo a te stesso, nessuno lo farà. Ma ci sono io. Io sono la chiave, sono la tua salvezza.”

Un tuffo da un precipizio, senza paracadute, senza aria nei polmoni, senza lacrime a lubrificare le iridi asciutte. Una caduta, di petto, di testa. Un punto di non ritorno e il silenzio. 
Ecco cosa ha rappresentato questa lettura. Questo romanzo di C.K. Harper porta con sé devastazione e sconquasso. Ti apre gli occhi a un mondo che non tutti conoscono. Perché se lo conosci lo eviti. Io ne so qualcosa. Ecco perché è andata tanto in profondità questa lettura. Bisogna lasciare ogni pregiudizio in un angolo e aprire la mente e il cuore alle parole che questa autrice ha scritto con l’anima aperta. Questa storia merita di essere letta, capita e apprezzata. Marco e Riccardo meritano rispetto perché il loro coraggio potrebbe un giorno essere d’aiuto a tutti.
La trama mi ha invogliato a leggerlo subito. E subito mi sono ritrovata a capofitto nella storia. Non riuscivo a smettere, capitolo dopo capitolo questi personaggi entrano a far parte delle tue giornate, del tuo quotidiano perché sono ragazzi come tanti, sono ragazzi che stanno crescendo, maturando e mutando. Marco e Riccardo sono due adolescenti che si sono ritrovati troppo presto a fare i conti con i problemi degli adulti.
La famiglia di Marco è in crisi, il padre è sempre preso dal lavoro per mandare avanti la famiglia, il fratello Daniele, morto troppo presto, ha lasciato un enorme senso di colpa in lui, la madre che si ritrova a tradire il marito con il vicino di casa che guarda caso è proprio il padre di Riccardo, migliore amico di Daniele e sogno a occhi aperti di Marco. Una famiglia reale, quindi.
Marco non chiede altro che essere visto. Ma nessuno lo fa, non come lui vorrebbe. Non lo notano, non lo considerano, presi dai problemi di una famiglia sgangherata.
E da qui il suo bisogno di farsi guidare da due amiche potenti: Ana e Mia, rispettivamente Anoressia e Bulimia.
Marco si lascia andare alle loro regole, si fa coinvolgere al punto di vivere solo in funzione di una bilancia, di un oggetto che scandisce le sue giornate. Perché Daniele non c’è più ed è colpa sua, perché suo padre è troppo impegnato ed è colpa sua, perché sua madre l’ha abbandonato ed è colpa sua, perché Riccardo non lo ama, ed è colpa sua.
Sì, Marco è omosessuale. Marco non ha occhi che per Riccardo, dal giorno di quel bacio rubato la sua vita ha preso una grossa sbandata e ogni cosa è sfuggita di mano. Daniele non ha mai accettato questo suo orientamento, e ritrovarsi a decidere tra il suo migliore amico e suo fratello hanno posto Riccardo in una posizione scomoda agli occhi degli altri.
“Sono strano, asociale, frocio- non- praticante– o almeno credo, ho baciato solo un ragazzo, in vita mia, e anche se è stata l’esperienza più brutta della mia vita, è stata anche la cosa più eccitante del mondo– e pronto a mordere chiunque voglia anche solo avvicinarsi. Sono fatto così, e scusate se non me ne frega un cazzo del vostro animo ferito.”
Ana e Mia invece ci sono sempre, al suo fianco, non lo deludono, non lo abbandonano. Danno grandi soddisfazioni perché quando la bilancia scende lui è felice, quando non mangia per giorni, lui è felice, quando si fa del male con l’elastico al polso lui è felice, quando il sangue scorre, lui è felice. Ma quando perde i sensi la paura arriva. Forse ora mi vedranno, forse ora capiranno che ho un problema. Ma parlarne è difficile, non mangiare è più facile. E così l’anima di Marco si trasforma in un’ombra. 
Marco si sente imperfetto, contaminato, sporco. Il cibo lo devasta, lo disgusta. Il grasso lo uccide e il non sentirsi perfetto lo sprona ogni giorno a perdere sempre più peso. 42 kg. Un peso impossibile per un ragazzo che sta crescendo. Ma ancora non è abbastanza. Ancora non si sente perfetto per chi lo guarda.
Ma Riccardo lo vede. Lo ha sempre guardato con occhi attenti, diversi. Da quel fatidico giorno del bacio però si è allontanato, la paura lo ha smosso e scappare è stato più facile che affrontare la realtà.
Riccardo lo segue ogni giorno, in classe, a distanza, si tiene aggiornato dal padre dei cambiamenti di Marco, si fa amico di Giada, loro compagna di classe e si sente morire ogni volta che Marco lo ignora. 
«E poi io ti vedo, sai? Lo so che non mangi un cazzo, che stai male, che a casa con tua madre fa tutto schifo e che con Riccardo è pure peggio. Ma se continui a tenerti tutto dentro e a raccontarmi cazzate su cazzate, caro mio, come credi di uscirne?» «Chi ti ha detto che ne voglio uscire?» Silenzio. Lo sa che è la verità, lo sa che è meglio lasciarmi in pace, ma non desiste. Francamente mi chiedo perché. Chi glielo fa fare? Perché si ostina a volermi bene?
Riccardo è bisessuale, ammettere di amare Marco lo manda in confusione. Perché non Giada, perché non può essere felice per una volta? Perché non può dimenticarsi di tutta la merda che lo circonda?
Perché Riccardo ama Marco. Deve solo trovare il coraggio di dirglielo.
Sembra un tossico, ma lo sembro anche io: Marco del digiuno e della ginnastica; io di lui. La verità è che cammino e corro senza davvero sentire la terra sotto ai piedi, perché da quando neanche ci guardiamo io sono spento, quasi vuoto.
Ma se fosse troppo tardi? Se Marco se ne fosse già andato?
L’ostacolo più grande per Marco è proprio se stesso. Deve affrontare i suoi demoni da solo per cercare di uscirne. Così diventa facile incolpare Riccardo della sua disfatta, diventa semplice incolpare Giada di stressarlo troppo. La sua famiglia non gli vuole bene, è colpa dei suoi genitori. I suoi amici lo ignorano, è colpa loro. Suo fratello lo ha abbandonato. Ma è sempre e solo colpa degli altri e respirare è diventato troppo doloroso.
La fragilità di Marco lo porta a un punto di non ritorno. Riccardo vuole salvarlo, da se stesso e dai suoi demoni. Se Marco ha smesso di mangiare perché non vede più motivo di continuare a vivere allora non basta aiutarlo, non basta sorreggerlo, non basta capirlo. Marco va amato. Alla luce del sole.
“Io, con lui nel cuore e il caos in testa. Mentre gli parlavo, quel giorno, mi sono reso conto che era tutto vero: lui è il quadro di cui ho rubato i colori per fonderli con i miei."
C.K. Harper ha raccontato una storia dolorosa, intensa, triste e al contempo ricca di amore, gioia e rispetto. Marco e Riccardo sono un brivido sulla pelle, rappresentano due metà imperfette che solo insieme possono essere perfette. Il malessere adolescenziale, le difficoltà della famiglia, la scuola che si fa ingombrante. O tutto nero o tutto bianco. Non ci sono mezze misure. Ana e Mia sono due bestie, sono il demonio. E non lasciano scampo. Non si può non amare questi protagonisti che aprono la loro anima e il loro cuore, affrontano colossi più grandi di loro, superano ostacoli insormontabili perché vogliono amarsi. Perché amarsi è più importante della morte. Perché stare insieme è più forte del lasciarsi. Perché unirsi contro le avversità è gioia pura. Non è un viaggio semplice quello che si affronta con Marco e Riccardo ma questa autrice ha descritto ogni emozione e ogni sentimento con i guanti di velluto, una delicatezza infinita e un forte rispetto dell’essere umano. Ha saputo caratterizzare due adolescenti in crisi nel periodo più difficile della vita. I temi trattati sono difficili, complessi, dolorosi ma l'autrice ha saputo usare un linguaggio adeguato, raffinato ed efficace. Sì, perché anche se i problemi arrivano diretti al lettore, lo stesso si lascia trasportare dalle difficoltà facendole proprie perché sa che dopo la tempesta arriva sempre il sole. Ha saputo parlare di un disagio importante, quello del disturbo alimentare, con grande senso di conoscenza e approfondimento del tema trattato. Ha saputo trattare la fragilità di questo tema attraverso gli occhi di due adolescenti maschi, due ragazzi che si sono ritrovati a confrontarsi anche con l’identità del loro sesso. Una storia ricca, intensa e penetrante. Un insegnamento significativo che regala al lettore un’esperienza che va ascoltata almeno una volta nella vita. Dove tutto ha avuto inizio, tutto ha trovato la sua fine. Il padre di Marco io l’ho capito, ascoltato e perdonato. Per essere genitori in questa tempesta ci vuole coraggio, e solo se ne sai qualcosa lo puoi comprendere. Ma giudicarlo non ti renderà un genitore migliore.
Lasciatevi guidare dalla storia di Marco e Riccardo senza giudicare niente e nessuno e capirete che nella vita Ana e Mia non sono la soluzione a tutti i problemi del mondo. La voglia di amare vince sempre sull’odio.
Buona lettura,
Eleonora

1 commento

  1. Caspiterina, ragazzi, grazie mille! Sapevo (spoiler!) che era piaciuto a Eleonora, ma non immaginavo queste parole. Non immaginavo che mi sarei sentita così orgogliosa.
    Grazie di cuore, davvero <3
    C.K.Harp

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