VICINO ALL'ORIZZONTE, JESSICA KOCH. Recensione.


Titolo: Vicino all'orizzonte
Autore: Jessica Koch
Serie: Danny trilogy #1
Editore: Piemme
Pubblicazione: 1 ottobre 2019
Genere: New adult
Prezzo: € 16,90 cartaceo

Una sera di ottobre Jessica conosce Danny, un ragazzo di vent'anni per metà tedesco e per metà americano, che la ipnotizza con i suoi occhi azzurri intensi e i suoi modi di fare affascinanti. Jessica ha solo diciassette anni, ha appena finito la scuola e ha davanti a sé un futuro pieno di possibilità. Danny invece lavora e vive da solo già da tempo, e per qualche motivo che Jessica non riesce a comprendere tiene gli altri lontano da sé e non vuole farsi coinvolgere in una relazione. Quando diventa chiaro per entrambi che è ormai impossibile sottrarsi all'amore, la corazza di Danny si infrange e rivela una verità così dolorosa da sconvolgere tutte le certezze della vita. A quel punto Jessica si troverà di fronte alla decisione più difficile: rinunciare a quell'amore appena sbocciato che rischia già di sfiorire o combattere per ogni inebriante secondo di felicità?

«Sarebbe il lieto fine perfetto per un film» dissi accoccolandomi contro la sua schiena. «Nella vita non c'è nessuno lieto fine.» «Allora creiamocene uno noi» insistetti. 
Un incontro come tanti, quello tra una ragazza un po' diffidente per natura e un ragazzo dagli occhi di un azzurro così intenso da sembrare artificiali. Si presentano in un locale, scambiano quattro chiacchiere, lui le promette che la chiamerà. Non lo fa. 
Passano i giorni e Jessica continua a pensare a Danijel e ai suoi occhi, finché non succede: si rincontrano. Danny è fatto così: prende tutto alla leggera, vive giorno per giorno e non dà minimamente peso al fatto che si siano persi di vista dopo essersi conosciuti e che quella chiamata tanto attesa non è mai partita. 
È l'inizio di una storia d'amore singolare, che farà tribolare i protagonisti quanto i lettori. Una storia di quelle che lasciano addosso sensazioni spiacevoli e una dose di malinconia difficile da digerire. 
Danny ha una grossa disponibilità economica, così porta Jessica in casa sua. Dormono insieme, passano le giornate insieme, e con loro c'è Christina, un'amica "speciale" del ragazzo. 
Christina è un'ex tossicodipendente di cui Danny si prende cura. È la sua metà, una sorta di fratello maggiore, di tutore, di migliore amico. È nel letto di Danny che Christina cerca rifugio nelle notti infestate dagli incubi, quelle in cui il desiderio di ricorrere alla droga è più forte di ogni altra cosa. Nessuno sa calmarla come lui, nessuno sa infonderle più sicurezza a tranquillità. 
Jessica impiega un po' a capire le dinamiche del loro rapporto e soprattutto ad accettarle, ma poi ci riesce. Sembrano vivere la loro vita in serenità, tutti e tre. Sembrano vivere la situazione come se tutto fosse assurdamente normale. Finché uno dei due non scopre un segreto che l'altro ha tenuto ingiustamente nascosto. 
Il sogno si infrange, rimettere insieme i pezzi sembra impossibile. Eppure... 
«Un giorno, quando io non ci sarò più,» iniziò a dire «nel momento in cui ti troverai vicina all'orizzonte, allora forse sarai vicina anche a me...»
Vicino all'orizzonte è stata una lettura per me molto sofferta. Fino a metà libro, e anche oltre, mi sono annoiata come mi è capitato poche volte. Nemmeno ricordo più l'ultima volta che mi è successo di annoiarmi così tanto con un libro. Desideravo mettere la parola fine, abbandonarlo e non saperne più niente. Più andavo avanti, però, e più si innescava la sfida. Volevo capire dove l'autrice sarebbe arrivata, se sarebbe stata in grado di risollevare le sorti di una tragedia più che annunciata. Soprattutto volevo capire come avrebbe fatto. 
Così sono andata avanti. Ho continuato ad annoiarmi e a trovare assurda l'intera situazione. Va bene avere un'amica da sostenere, va bene farsi in quattro e rendersi disponibili per una persona che ha bisogno di vicinanza e conforto, ma parliamoci chiaro: chi di noi accetterebbe che una come Christina, bella, sexy, avvenente, si ficchi nel letto del nostro uomo quando le pare e piace? Chi riuscirebbe a condividere il letto con il proprio uomo e un'altra ragazza, praticamente sconosciuta? 
L'amicizia è una cosa, l'assurdità un'altra. La vita di Danny sconfina spesso nell'assurdo e nel ridicolo. Sembra tutto così improbabile, così tanto che a un certo punto mi sembrava di avere a che fare con dei matti. Non c'era nessuno che ragionava in maniera logica, nessuno che dimostrasse di avere un minimo di razionalità. 
I protagonisti da due diventano tre. Non c'è niente di sessuale tra Danny e Christina, ma di fatto lei entra a far parte della loro relazione perché è onnipresente. Lo è nel loro letto, lo è di giorno come di notte, lo è nei loro discorsi e nei loro pensieri. Si abituano a pensarsi in tre, a ragionare in tre. E a me continuava a venire il freddo addosso solo a pensarci. 
A essere strana e a stonare non è solo la presenza di Chris, ovviamente. A portarmi a bocciare in tronco il romanzo sono stati altri due elementi fondamentali, anzi tre. Innanzitutto la mancanza di empatia e sintonia con i personaggi. Quando mi approccio a libri come questo, che trattano di argomenti forti come la morte, la malattia e le dipendenze, di solito finisco sotto un treno insieme ai personaggi. Mi faccio coinvolgere, mi si spezza il cuore, mi viene il mal di stomaco, piango. Stavolta non è successo niente di tutto ciò; ho trovato solo insopportabili, scialbi e assurdi Jessica e Danny. Le loro vicende, per quanto forti e d'impatto, mi hanno lasciata del tutto indifferente. Cosa strana, molto strana, e rara. Non ho trovato la giusta chiave di lettura, non sono riuscita a farli entrare nel mio cuore, non c'era modo che glielo permettesse. 
Poi, fatemelo dire, che rapporto strano hanno questi due? Della loro storia d'amore l'autrice parla poco o niente. Sì, ci sono i momenti in cui si confrontano, momenti in cui superano insieme le difficoltà, ma di momenti d'amore, come baci, coccole, sesso, dichiarazioni, poco o niente. Hanno una relazione strana, una sorta di routine che accontenta tutti, ma all'osservarli da fuori non rende felice nessuno. Sembrano due amici, due persone che si sostengono e si capiscono a vicenda, più che due fidanzati. Alcune naturali evoluzioni del rapporto avvengono in maniera forzata, come se quello fosse il passaggio successivo e viene fatto proprio per questo, non perché uno dei due lo senta. 
La terza cosa che mi ha fatto propendere per un voto così basso sono state le sensazioni che Vicino all'orizzonte mi ha lasciato. Negative, negativissime. Ho fatto una fatica del diavolo per riprendermi, perché ho sentito tutta la pesantezza di un romanzo con temi forti dal ritmo lento e dai personaggi insulsi oltre che folli. Non ci sono stati la soddisfazione e lo sfogo di piangere, di dispiacersi, di soffrire. Non c'è stato lo sfogo di straziarmi di fronte alla malattia, di consumare pacchetti e pacchetti di fazzoletti di fronte all'epilogo. Non c'è stato niente di niente se non apatia, delusione, agoscia. Spesso sono sinonimo di una lettura soddisfacente, ma stavolta vi assicuro che non è stato così. Avrei voluto non averlo letto, avrei preferito impiegare quelle ore a leggere qualcos'altro di meno angosciante e pesante. 
Bocciato. Bocciato in pieno. Non basta toccare certi temi per arrivare al cuore del lettore, bisogna anche saperlo fare nel modo giusto. 
Vi ricordo, come faccio sempre in caso di recensioni negative, che questa è solo la mia opinione, quella di una lettrice come tante altre, e vi invito, se la trama vi intriga, a leggerlo e a farvi la vostra che magari - ve lo auguro! - sarà diversa dalla mia. 


1 commento

  1. Credo che la vera bellezza di questo libro stia nel fatto che è una storia vera. All'inizio anche io distorcevo il naso leggendo alcune cose che ai miei occhi risultavano a dir poco folli... ma non per questo vuol dire che siano sbagliate o impossibili.
    L'autrice scrisse il libro grazie l'incoraggiamento del marito dopo che lui aveva capito che lei aveva bisogno di affrontare tutto quello che aveva passato. Io l'ho trovato davvero fantastico, ma non per lo stile (personalmente credo che avrebbero potuto articolarlo meglio in alcune parti) ma per la sincerità racchiusa all'interno. In fin dei conti questo libro non è stato scritto da una scrittrice... ma da una donna che ha cercato di raccontare la sua storia, per quanto incredibilmente assurda possa sembrare. A mio parere se lo si legge in quest'ottica tutto appare in maniera differente; nel momento in cui ho realizzato che era realmente una storia vera ho letto tutto il testo nel giro di pochissimo tempo.
    Il finale mi ha sorpreso perché effettivamente anche io mi aspettavo qualcosa di più forte e sentimentale, ma poi ho capito: non serviva concentrarsi troppo sulla sua morte, perché l'importante era la sua vita e ciò che era stato. E' stato come se l'autrice avesse accompagnato i lettori all'inevitabile epilogo, come aveva fatto Danny con lei (Jessica): loro si erano preparati per la Fine, non ci furono sorprese.

    RispondiElimina