THE RESURRECTION OF WILDFLOWERS, MICALEA SMELTZER. Recensione.


Titolo: The resurrection of wildflowers
Autore: Micalea Smiltzer
Serie: Wildflowers #2
Editore: Heartbeat Edizioni
Pubblicazione: 9 maggio 2025
Genere: Contemporary romance/Age gap/Second chance
Prezzo: € 3,99 ebook

Lui ha perso tutto. Ma io ho perso me stessa.

Il suo cuore era irrimediabilmente distrutto. La mia vita inevitabilmente cambiata.
E così l'ho lasciato. Ho ricominciato daccapo. Ho sposato qualcun altro. Ma non l'ho mai dimenticato.
Sono passati sei anni dall'ultima volta che ho visto Thayer Holmes. Essere costretta a fare ritorno a casa significa affrontare a testa alta il nostro passato, insieme alle conseguenze del mio divorzio. Mi trovo nella stessa posizione in cui era lui quando ci siamo conosciuti.
Devo ripartire.
Non ci sono più segreti da tenere.
Non tutte le storie d'amore hanno una seconda possibilità, ma forse noi saremo l'eccezione.
O forse no.

Sono passati sei anni da quando un grave lutto ha stravolto la vita di Thayer. Da quel momento ha dovuto fare una scelta: lasciar andare la donna che amava per regalarle la felicità che al suo fianco non avrebbe mai potuto avere. Così hanno ricominciato, in due posti del mondo diversi, Salem con un altro uomo accanto, Thayer da solo. 
Il tempo passato lo ha aiutato a metabolizzare la perdita, a rimettere insieme i pezzi della sua vita ormai distrutta. Ma ha anche aiutato Salem a ricominciare: oggi è una donna, decisamente più matura della ragazza che ha lasciato la casa di fronte a quella di Thayer. Ha sposato il suo ex fidanzato, poi ha divorziato. Caleb è ancora al suo fianco, pronto a sostenerla quando ne ha più bisogno, speranzoso che la vita possa regalargli la terza occasione per ricominciare insieme come coppia. 
Quando i due si rivedono in parte è come se il tempo non fosse mai passato. Thayer è più adulto, ma bello e sexy come un tempo. Salem è una donna, ma emana la stessa luce che ha affascinato Thayer sei anni prima. La tempesta che hanno affrontato negli anni sembra non aver cambiato il loro modo di guardarsi e vedersi. Sapranno ricominciare lasciandosi le macerie alle spalle? C'è ancora una possibilità per due cuori che non hanno mai smesso di battere l'uno per l'altro?
Per tutti questi anni ho saputo che era lei la donna giusta per me, ma adesso devo provare a essere io l'uomo giusto per lei. 
Eccomi di nuovo qui a parlarvi di questi due personaggi. Eccomi a continuare una storia che mi aveva lasciata perplessa e su cui avevo messo un bel punto interrogativo. Se avete letto la recensione del primo volume della Wildflowers series sapete che c'erano state tante cose che avevo apprezzato di questa storia e altrettante che mi avevano lasciata dubbiosa. Avevo delle riserve, ma la lettura era stata più che godibile. Avevo bisogno di continuare con questo volume conclusivo per avere le idee più chiare. Vi svelo subito che è andata male, molto, molto male. Peggio di quanto mi aspettassi. Si riparte sei anni dopo la tragedia che ha spezzato il cuore di Thayer, e ancora una volta l'uomo sembra essere la vittima sacrificale. Ancora una volta si addossa tutte le colpe: per la perdita subita - che è stata una fatalità, un terribile incidente -, per la fine della storia con Salem, per tutto ciò che ne è conseguito, per la separazione tra i due. Non batte ciglio di fronte al fatto che la ragazza non abbia atteso poi molto per unirsi in matrimonio con il suo ex fidanzato, e per aver fatto altre cose di cui, purtroppo, non posso parlarvi - finirei per spoilerare una delle tematiche principali di questo volume. Ancora una volta Salem viene descritta come la "povera Salem", come se avesse sofferto solo lei, come se Thayer dovesse chiederle scusa, sempre scusa. Ancora una volta la ragazza pensa al suo dolore, alla sua sofferenza, a quanto abbia fatto male a lei quella perdita. Ancora una volta il mondo gira intorno a Salem e chi se ne frega di Thayer. 
No, ragazze. Stavolta non posso proprio accettarlo! Mi rifiuto! Il lutto l'ha subito Thayer, Salem è quella che professava d'amarlo e poi non gli è stato accanto nel momento più brutto della sua vita. Non c'è stata quando avrebbe dovuto asciugargli le lacrime, non c'è stata a raccogliere i brandelli del suo cuore e a rimetterli insieme, non c'è stata proprio quando lui ne aveva bisogno. E no, Thayer non l'ha allontanata come l'autrice e i protagonisti cercano di farci credere in The resurrection of wildflowers: si è chiuso in se stesso (comprensibilissimo), e lei se n'è andata. Questa è la verità. Questo è il mio punto di vista, ma credo condivisibile da tutte voi. Non capisco perché la Smeltzer abbia voluto a tutti i costi santificare la protagonista, continuando anche qui ad addossare colpe a un protagonista con cui è stata a dir poco crudele. Un accanimento ingiustificato verso un uomo che si può definire solo come il principe azzurro che arriva sul cavallo bianco. Certo, Thayer è un uomo con i suoi difetti e i suoi pregi, con i suoi punti deboli, ma non è l'uomo colpevole che Salem e l'autrice descrivono. Ma, soprattutto, non è l'uomo crudele che lui stesso finisce per credere di essere! Thayer è, semplicemente, umano. Come è giusto che sia. 
Non sono riuscita in nessun modo a comprendere la visione dell'autrice. Non ci sono stata stavolta, e dando un'occhiata veloce alle recensioni del romanzo scritte oltreoceano, mi viene da pensare che siamo tutte d'accordo. 
Ho letto cose assurde, reazioni improbabili e fondate sul nulla, un accanimento ingiustificato. Che rabbia. Posso dirlo? Sì, rabbia. Perché ho trovato assurda ogni cosa. Per tutta la lettura (sì, sin dalle prime pagine) ho avuto l'impressione di essere sintonizzata su un altro canale. Tutto sbagliato. Tutto. 
«Non voglio stare sola». Le prendo il viso tra le mani e premo la mia fronte contro la sua sotto il getto della doccia. «Finché il mio cuore batterà, non sarai mai sola a questo mondo».
Se per la primissima parte del romanzo lo spoiler di cui non posso parlarvi esplicitamente ha risollevato le sorti di una storia che sembrava già spacciata, una volta che è venuto tutto a galla è crollato quel minimo di entusiasmo che poteva esserci. Come un castello di sabbia ho visto venir meno tutto. La reazione di Thayer è stata, ancora una volta, incomprensibilmente remissiva. Ho letto di una follia, ve lo giuro. Mi son sembrati tutti pazzi. Da lì in poi è stata una noia mortale riuscire ad arrivare alla parola fine. Non è più successo nulla. La coppia si era riunita, lo spoiler era venuto fuori, tutto tranquillo e tutto piatto. Ma l'autrice non scriveva la parola epilogo, continuava a raccontare, continuava a scrivere. Senza apportare nessun colpo di scena, nessuna novità al plot. Ancora una volta non ci siamo. 
Dispiace dire che un romanzo che aveva tutte le carte in regola mi ha deluso. C'è l'amore, perché i due si amano davvero, c'è un bel colpo di scena che può da solo tenere in piedi un libro, c'è l'allontanamento, c'è il riavvicinamento, c'è il trope second chance, che trovo sempre romantico e mi porta batticuore, c'è un'autrice che riesce a dare profondità ad argomenti delicati, a trattarli e sviscerarli nella giusta maniera, ma ci sono anche troppi passi falsi e in questo secondo volume poca carne a cuocere. 
Potenzialmente questo poteva essere un romanzo da cinque stelle. Credo la Smeltzer abbia giocato male le carte che aveva in mano, perdendo così l'occasione di arrivare al mio cuore. Che dispiacere. 
Alla luce di questa nuova lettura se mi sento di consigliarvi la dilogia? No. Purtroppo no. 


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WILDFLOWERS SERIES
#1, The confidence of wildflowers (recensione)
#2, The resurrection of wildflowers 



 







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