LA RAGAZZA DALL'OMBRELLO ROSSO, VALENTINA G. BAZZANI. Racconto inedito.


Buongiorno, lettrici. Oggi il blog ospita un racconto inedito scritto dall'autrice Valentina G. Bazzani dal titolo La ragazza dall'ombrello rosso. Tale racconto fa parte dell'iniziativa a scopo promozionale "Dalla parte del cuore", ideata da Valentina in collaborazione con Cristina Pace. Tutti i racconti, che saranno pubblicati ogni mercoledì dal 15 agosto, avranno come protagonista l'amore in tutte le sue sfumature: amori strani, contrastati, particolari. 
Vi lascio al racconto inedito che Valentina ha scelto di regalare a voi lettrici tramite il mio blog. Buona lettura e grazie Valentina! 




La ragazza dall’ombrello rosso

Di Valentina Bazzani 

Passeggio in metropolitana. Fa freddo oggi, il cielo è coperto di nubi basse e grigie e pochi minuti fa ha inziato a piovere. Sono entrata di corsa, scendendo i gradini scivolosi, ho chiuso il mio ombrello e mi sono immessa nel flusso di passeggeri. L’aria è calda e umida, mi si stringe la gola. Una pachina libera, che fortuna! 
Mi siedo esausta e poso l’ombrello rosso accanto a me. Attendo che passi il primo treno. Delle persone scendono e altre salgono, in un mosaico umano fatto di colori. Camminano veloci, salgono sui treni, senza guardarsi in faccia, ansiosi di scollarsi di dosso il malumore che il tempo londinese porta con sĂ©. 
Ecco il secondo. Lo spostamento d’aria mi scompiglia i capelli, li trattengo con una mano e quando riesco a domarli finalmente lo vedo. Ăˆseduto sulla panchina di fronte alla mia, a separarci solo un fiume di ferro. Con la chitarra in grembo, pizzica le corde e mi guarda, come se stesse suonando per me. La sua musica si perde fra lo sferragliare dei treni e il chiacchiericcio delle persone, ma io la sento lo stesso e seguo il rimo di quelle canzoni immaginarie con il piede. Ăˆunconcerto privato. Quella consapevolezza mi dĂ  il coraggio di alzare lo sguardo e sorridergli. Lui ricambia. Lo fa sempre. Cos’è questa strana connessione che sento fra noi? Mi stringo nell’impermeabile bagnato, cercando di distogliere lo sguardo che perĂ² torna sempre da lui. 
Mima qualcosa con le labbra, non riesco a capire. Ripete il gesto, un raro momento di quiete mi permette di afferrare il senso: «Sei bellissima». Il mio cuore perde un battito. Arrossisco e sono felice che lui non lo possa vedere, ma allo stesso tempo vorrei che fossimo piĂ¹ vicini. Vorrei chiedergli come fa la sua musica ad attraversare quel mare di metallo e giungere al mio cuore. Vorrei sapere come si chiama e come mai, tra tutte le donne che attraversano la stazione, ha scelto proprio me. Forse perchĂ© loro non si fermano mai ad ascoltare?  
Accavallo le gambe. Lui incrocia i piedi. Allora alzo un braccio, mi stiracchio, lui fa lo stesso e per poco non gli cade la chitarra. Sorride di nuovo, imbarazzato. Questa volta sono io che lo imito. Butto uno sguardo all’orologio sopra la mia testa, il mio peggior nemico. Non posso piĂ¹ trattenermi.
Mi indica e fa il gesto della tazzina. Vuole che prendiamo un caffè insieme. Lo stomaco mi si contorce. Vorrei annuire, ma non c’è tempo, il mio treno è il prossimo. Indico l’orologio e gli faccio segno di no, forse domani. Ăˆsempre così, quando uno ha il coraggio di fare un passo avanti l’altro si tira indietro. Ma la veritĂ  è che preferisco guadarlo da lontano, oltre un mare di paure, che rischiare di affogarci in mezzo. Lui annuisce e si alza. 
Arriva il mio treno. Sospiro e mi alzo anch’io. Ăˆquasi vuoto, quindi non ho difficoltĂ  a trovare un posto libero. 
Sono delusa da me stessa. Un uomo prende posto accanto a me e mi porge l’ombrello rosso, che evidentemente avevo dimenticato sulla banchina. Alzo lo sguardo e incontro i suoi occhi sorridenti. La chitarra è accanto a lui. Senza bisogno di dire niente ci stringiamo la mano. Prima che trovi il coraggio di chiedergli come si chiama, posa l’indice sulla bocca e scuote la testa: non puĂ² parlare. Sembra dispiaciuto. 
Apro la borsa e tiro fuori un blocknote che uso per appuntarmi le idee. Trovo una penna e scrivo velocemente: Mi chiamo Laura. Gliela porgo. 
Marco. Ha una calligrafia disordinata ma leggibile. 
Ho mille domande da fargli, perĂ² decido di passare subito alla piĂ¹ importante: Come si intitola la canzone che stavi suonando prima? Lui, anzichĂ© scriverlo, apre lo zaino e tira fuori un quaderno. Me lo apre in grembo.
La pagina è fitta di notte e accordi, non è segnato alcun testo eccetto il titolo: La ragazza dall’ombrello rosso. Lo leggo e subito mi salgono le lacrime agli occhi. Copro la bocca con una mano.
Sono senza parole. 






Per saperne di piĂ¹ su questa iniziativa vi lascio il link al blog di Valentina Bazzani qui.
Se vi fa piacere leggere il racconto pubblicato la settimana scorsa sul blog di Babette Brown legge per voi, ecco il link qui.






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