UNO SCONOSCIUTO ACCANTO A ME, MARILENA BARBAGALLO. Review party.


Buongiorno, lettrici. Oggi è un giorno speciale perché un libro che ha saputo rubarmi il cuore in versione self, con il titolo Oscuro, torna online in una nuova veste firmata Newton Compton. Ho avuto il piacere di rileggerlo, le emozioni sono state le stesse. Vi lascio alla mia tappa del review party. 


Titolo: Uno sconosciuto accanto a me
Autore: Marilena Barbagallo
Editore: Newton Compton 
Pubblicazione: 3 maggio 2018
Genere: Dark romance
Prezzo: € 5,99 ebook; € 9,90 cartaceo


Nell’oscurità più densa può nascondersi la vera passione

Sei viva, respiri, provi a muoverti, ma non puoi. Sei legata in un letto e non ricordi cosa sia successo.
Cosa proveresti se ti svegliassi imprigionata? Cosa faresti se la tua prima immagine fosse quella di Amir Shakib? Questo è ciò che accade a Lena Morozov, prelevata con la forza dal Settore Zero per portare a termine una missione a lei sconosciuta. Amir Shakib è pura oscurità, è marcio dentro, conosce il dolore, ma non lo sente più. Nessuno meglio di lui è capace di isolare le emozioni, annientare un’anima, sbriciolarla tra le dita e ricostruirla a sua immagine. Così le vite di Lena e Amir si incrociano. Lui è il suo Maestro e lei è la sua allieva. Lei cerca di resistere, lui deve spezzarla. Ma quando Amir riesce a entrarle nella mente, Lena non si aspetta di dover combattere anche contro la brama oscura, il desiderio di avvicinarsi al proibito, a colui che distrugge qualunque cosa tocchi. Lena sa che è sbagliato, ma ne è attratta; Amir sa che non deve, ma vuole. Insegnarle a sopravvivere sarà l’obiettivo, tenerla con sé l’unico desiderio.


Prima di iniziare a parlarvi di Uno sconosciuto accanto a me vorrei dirvi che ho pensato a lungo a come strutturare questa recensione. Perché, chi mi conosce e segue da tempo lo sa, ho avuto il piacere di leggere in anteprima il libro quando era ancora un self, con il titolo Oscuro. Sono stata una delle prime a leggerlo, ad amarlo e a restarne tramortita. L’ho recensito in anteprima (qui https://valentinaabbr.blogspot.it/2018/04/oscuro-marilena-barbagallo-recensione.html), l’ho tenuto nel cuore a lungo, aspettando il seguito. Recensirlo di nuovo mi faceva paura: perché di fronte a certi libri le parole non sembrano essere mai abbastanza, mai sufficienti a rendere l’idea di ciò che si è provato e sentito durante la lettura. Di fronte alle emozioni, quelle vere, forti, che stritolano il cuore e lo stomaco, tutto sembra così insignificante e inutile. E io non mi sento capace di esprimere al meglio ciò che ho provato. Poi, mentre stringevo di nuovo tra le mani questo gioiellino, è arrivata l’”illuminazione”. Questa recensione non sarà sulla lettura, ma su una ri-lettura. Vi racconterò cosa ha significato per me rileggere Oscuro, ora Uno sconosciuto accanto a me. Cosa ha significato ritornare nella vita di Amir e Lena. 
Ho rifatto lo stesso viaggio, in parte ho provato le stesse emozioni e sensazioni, in parte mi è sembrato di visitare posti nuovi, mai visti prima, inediti. Posti meravigliosi, oscuri e maledetti quanto fortunati e ricchi. 
Amir è stato tante cose nella sua vita: un figlio abusato prima, un bambino soldato poi. Oggi è un uomo forte, che potrebbe portare l’intero peso del mondo sulle spalle senza avvertirne la fatica. Le sue spalle sono grosse, forti, valorose. Ha visto il sangue, l’ha toccato sulle sue mani, l’ha sentito sotto la lingua; se ne è cibato, come fosse l’unica fonte di nutrimento. Ha attraversato il buio, quello vero. Quello più nero della pece. Ha lasciato che gli scorresse addosso, che lo vestisse e lo definisse come soldato e come essere umano. 
Amir non conosce il dolore, perché “se non arriva al cuore non è dolore”. Se non arriva al cuore non fa male. E lui un cuore non ce l’ha più. È stato nascosto, sotto strati e strati di macerie, distruzione, disillusione. 
Amir è una macchina ben addestrata, che non può smettere di funzionare. È infallibile, potente, inarrestabile. 
Lena è pura. Incontaminata, pulita, ingenua. Quando si risveglia al Settore Zero senza avere la minima idea di dove si trovi e perché la prima sensazione che prova è la paura. Poi la confusione, le domande, il rifiuto. È una prigioniera che è stata strappata alla sua vita. Lena non esiste più. La ragazza che amava la danza e che conduceva una vita normale a Torino non esiste più. Si è schiantata con la sua auto, un tragico incidente le ha tolto la vita. Ma Lena respira. Respira ancora, sente ancora. 
«Dove siamo?» «Nel mio mondo». Amir si avvicina di nuovo, poggia un ginocchio sul letto e mi afferra la nuca. Credo che si stia rendendo conto che sto per svenire, me lo sento e la percezione è terribile. Cerca i miei occhi e io, non so con quale forza, glieli concedo. «Benvenuta nel Settore Zero. Benvenuta a Kabul. Benvenuta in Afghanistan».
Amir è il suo Maestro, Lena è la sua allieva. Amir è stato progettato per addestrarla, per annientarla. Deve forgiarla, renderla forte: deve ammazzarla e poi farla rinascere. Deve piegarla ma senza spezzarla. Deve renderla invincibile, esattamente come lo è lui. 
Ciò che Amir però non sa è che Lena è l’unica donna al mondo capace di portare luce al suo buio. L’unica capace di toccarlo dentro, a fondo, in quel posto che ha tenuto sempre al sicuro. 
Lena mina le sue certezze incrollabili, lo mette in pericolo, lo spaventa. Ma nessuno dei due è disposto a cedere. 
La loro sarà una guerra in cui i corpi avranno la peggio. Si aggrediranno, si assaliranno, si nutriranno l’uno dell’altra. Per farsi male, per sentire il sangue scorrere nelle vene più veloce, per incamerare la quantità di ossigeno sufficiente a sopravvivere. 
Senza esclusione di colpi. 
Lena rinascerà, proprio come il suo Maestro desidera. Diventerà un soldato, affronterà a testa alta i nemici, dimostrerà di essere il suo più grande capolavoro. 
E mi verrebbe da dire: “complimenti, Amir. Ce l’hai fatta”. Invece no. Perché entrambi hanno sottovalutato la cosa più importante: l’amore. Se questa storia ha tutti gli elementi per rientrare nel filone del dark romance, c’è da dire che l’amore ha una componente predominante, che non può e non deve essere sottovalutata. C’è un romanticismo, di fondo, che fa tremare le gambe e battere il cuore anche nei momenti peggiori. Dietro la violenza, dietro il desiderio di Amir di piegare la sua vittima e di addestrarla togliendole l’anima, c’è un sentimento forte, potente, vibrante che ha cambiato il corso delle cose. 
Amir Shakib non sente nulla. Errato. Amir Shakib sente Lena.
In ogni gesto violento di Amir, in ogni sua parola spietata, in ogni suo pensiero letale, c’è Lena. Non il soldato, non la vittima, non l’allieva. C’è Lena la donna. C’è Lena la ragazza. C’è Lena l’amore. 
Il legame che tiene Lena e Amir insieme è oscuro, malato, disfunzionale. Ma è così forte, così giusto, a suo modo, che contro tutto e tutti, contro la morale, contro cosa è giusto e cosa è sbagliato, vorrete vederli insieme. 
Peggio di così non potevo fare. Più bello di così non poteva essere.
Uno sconosciuto accanto a me è un romanzo eccezionale. Amir è un protagonista costruito a meraviglia; l’autrice è andata a fondo, l’ha vestito di debolezza e forza, di coraggio e timori, di tutto e del suo contrario, rendendolo impressionantementevero. Il mio cuore sta ancora sanguinando per lui e per il desiderio di salvarlo. Lo odierete per un istante (giuro, solo uno). Oltre sarà impossibile. Perché ogni suo atto di forza, anche quelli più riprovevoli, nasconde tutta la sua fragilità. Amir è spezzato dentro, l’involucro forte e inossidabile che mostra al mondo non è altro che un guscio. Dentro ci sono tutte le lacrime mai versate, tutto il dolore per gli atti che non ha mai perdonato a se stesso, tutta la rabbia mai sfogata per quel bambino debole che si è lasciato andare al piacere. Amir è un capolavoro, una meravigliosa opera d’arte che porta addosso il bello e il cattivo tempo, i sorrisi e i dolori, le lacrime e i sorrisi, le crepe e la luce. Un capolavoro che Marilena Barbagallo ha saputo offrire e mostrare ai suoi lettori in maniera caleidoscopica e multiforme. 
Lena è il suo corrispettivo. Da ragazza ingenua e debole a donna coraggiosa e altera. È un bozzolo che si rompe, che si spacca in mille pezzi per dare vita a una meravigliosa farfalla capace di volare solo con la forza delle sue ali. 
Due personaggi d’eccezione, che racchiudono così tanti aspetti psicologici da lasciare a bocca aperta. 
«Non giurare solo perché resto tra le tue braccia». «No», mi prende il viso con entrambe le mani, in una stretta disperata. «Io te lo giuro perché è mio dovere. Te lo devo. Te lo giuro perché tu mi hai visto. La prima volta che i tuoi occhi hanno toccato i miei, tu non mi hai solo guardato, tu mi hai visto. Mi hai scoperto. In quell’istante ho capito che eri la donna più pericolosa che avessi mai incontrato, pericolosa perché mi avresti spogliato. Non volevo permettertelo, ma tu sei stata più forte di tutto».
Dicono che le riletture non sono emozionanti come la prima lettura. Dicono. E qualche volta l’ho detto e pensato anche io. 
Dicono che una volta che conosci i risvolti, le dinamiche e il finale tutto perde d’interesse. Non c’è la curiosità, non c’è la brama, non c’è il desiderio di sapere che ti spinge a fare le ore piccole, gli occhi che bruciano e il Kindle stretto tra le mani. Dicono. Ma non hanno letto Uno sconosciuto accanto a me. Un libro che, confermo, non rientra in nessuna categoria e in nessun genere. Un libro unico, un discorso a parte. Un libro diverso. Un libro che mi ha annientata, ha reso ogni altra storia quasi insignificante, perché di fronte al dolore di Amir, all’amore che prova per la sua Lena, l’unica capace di vederlo veramente, non c’è niente che tenga. 
Mi sento svuotata, devastata. Ho un magone allo stomaco che spinge, spinge, spinge. Fa male, mi fa sentire inerme, incapace di dirvi quanto sia stata male beneinsieme una volta arrivata all’ultima pagina. 
Marilena Barbagallo è un’autrice dalla grande sensibilità, che indubbiamente possiede la chiave per arrivare al mio cuore. Con ogni romanzo che scrive riesce a darmi conferme. Le emozioni mi dominano, mi stravolgono e mi tolgono il fiato. Stavolta, forse, un po’ di più. 
Il giorno e la notte, la luce e il buio, si fondono in questo romanzo in maniera eccezionale, tanto da perdere la linea di confine. La luce non è più solo luce, il buio non è più solo buio. Nasce una commistione singolare; nessuna linea di demarcazione è più così definita. Bene e male, giusto e sbagliato. Tutto è bene, tutto è male, niente è bene, niente è male. 
Un caos meraviglioso, stupefacente, assoluto. 
«Qualcuno deve averti disegnata per me», sibilo e con una mano le impugno un seno. «Solo per me». Le pizzico i capezzoli, calmo ma deciso. «Le tue labbra dovevano essere così carnose affinché io potessi morderle e maltrattarle», continuo. […] «I tuoi occhi dovevano essere così colorati per vincere sulla mia oscurità. Il tuo collo doveva essere così chiaro affinché potessero vedersi i miei segni».
Grazie, Marilena. Grazie alla casa editrice per aver dato nuova vita a questo romanzo e avermi dato l’occasione di rifare questo viaggio assurdo. Spero non dovremo aspettare troppo per avere il lieto fine che sogniamo già da troppo tempo. 
Perché Amir lo merita, perché Lena lo merita, e perché noi lettori ce lo meritiamo. 





2 commenti

  1. Sei eccezionale Vale. Mi sono emozionata leggendolo, mi sono emozionata a scrivere la mia di recensione, ma ancora di più leggendo la tua... <3 Non ci sono parole a sufficienza per descrivere questo romanzo, ma quello che conta è che leggendo quelle che tu hai dedicato a questa storia hanno consolidato quello che ho provato durante la lettura, ma soprattutto dopo...

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    1. Sandy... <3 le emozioni, in questo momento, sono tante e forti. Grazie per avermi lasciato questo commento, sei sempre carinissima e non ti ringrazierò mai abbastanza. Abbracciamoci e incrociamo le dita per il seguito. Amir merita il suo lieto fine.

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