TI CHIAMO SUL FISSO, RAINBOW ROWELL. Recensione.


Titolo: Ti chiamo sul fisso
Autore: Rainbow Rowell
Editore: Piemme
Pubblicazione: 7 novembre 2017
Genere: Contemporary romance
Prezzo: € 9,99 ebook; € 18,50 cartaceo


Se ti capitasse una seconda possibilità in amore, faresti di nuovo la stessa scelta? 

Se si parla di macchine del tempo, un semplice telefono non sembrerebbe il modo più sofisticato di viaggiare nel passato… Eppure quando Georgie, madre di due bambini e autrice televisiva perennemente sotto stress, mette piede nella casa della sua infanzia, e in un momento di nostalgia alza la cornetta del vecchio telefono fisso - un vero reperto archeologico -, improvvisamente è trasportata a quindici anni prima. Non nel senso che può vedere il suo passato. Ma nel senso che può… telefonargli. Sperando che il passato risponda. Sperando che Neal, quello che oggi è suo marito e allora stava per diventare il suo fidanzato, risponda…
Perché se c'è una cosa che Georgie cambierebbe della sua vita è il modo in cui il suo matrimonio si è pian piano spento, fino a ridursi a quello che è oggi. Forse parlando al telefono con il Neal di ieri potrà rimediare a cose che oggi sembrano irrimediabili. Forse quello stupido telefono, così antiquato da essere ancora attaccato a un filo, può davvero darle una mano… 
Con l'ironia e la freschezza cui ci ha abituati con Eleanor & Park, bestseller mondiale che ha battuto ogni record di permanenza in classifica, una delle autrici più amate d'America torna a raccontare una storia di sentimenti che a fasi alterne vi farà ridere e vi spezzerà il cuore. E vi insegnerà molto sul destino, sul tempo e sul vero amore.


Se c’è una cosa che nessun essere al mondo può smentire è che il tempo cambia le persone, le cose, le relazioni. Georgie, però, non lo sapeva. Non si era mai fermata a riflettere, a pensarci. Non si era mai presa un momento di riflessione. La sua vita è sempre così frenetica, divisa tra la famiglia, un marito e due figlie, il suo lavoro e il suo migliore amico nonché collega Seth.
Georgie corre, corre tutto il giorno. Tanto da non accorgersi che il suo matrimonio è ormai l’ombra di ciò che era una volta. Neal si è sempre occupato di lei: cucina per lei, cucina per le bambine, si prende cura di loro in maniera amorevole e tenera. Ma il fuoco che scorreva tra i due sembra essersi definitivamente spento. Georgie si è dedicata troppo al lavoro, ha trascurato le cose veramente importanti – come se poi il lavoro non lo fosse, provateci a farlo capire a suo marito!
Nel momento in cui Neal le chiederà di partire insieme per andare a trovare sua madre, come fanno ogni anno durante le vacanze di Natale, e Georgie sarà costretta a scegliere tra famiglia e lavoro una volta per tutte, ecco che i problemi verranno tutti a galla.
Neal non era felice. Da molto tempo, ormai. Non che se ne lamentasse. O che glielo dicesse in faccia. (Oddio, in un certo senso sarebbe stato meglio.) Ma quell’infelicità lui se la portava addosso, era evidente in ogni suo respiro. E la teneva a distanza, la scansava durante il sonno. Neal non era felice e la causa della sua infelicità era Georgie. Non per qualcosa che avesse fatto o detto. Ma per ciò che era.
Georgie dovrà aprire gli occhi, Neal stavolta non ha accettato di buon grado di essere stato la seconda scelta. Il suo programma televisivo è importante, Seth non smette mai di ricordarglielo, ma suo marito e le sue figlie partiranno senza di lei. Georgie passerà il Natale da sola, in compagnia solo di sua madre e di sua sorella.
Ogni ricordo, ogni parola, ogni stato d’animo di quei giorni lontani da Neal porteranno la donna a ripensare a ciò che hanno vissuto, a quanto si sono amati, alla loro vita insieme.
Le bambine inizieranno a mancarle, e quando Neal cercherà di evitarla anche attraverso un telefono, Georgie si renderà conto che sta per perdere tutto. O forse ha già perso tutto.
Devo confessarvi che quando ho letto la trama di Ti chiamo sul fisso ero davvero curiosa di leggere come l’autrice sarebbe riuscita a raccontare questa storia. Non è la prima volta che leggo qualcosa di Rainbow Rowell e credo abbia un talento speciale nell’approcciarsi allo young adult e alle storie appartenenti al genere. I protagonisti, però, stavolta, sono più grandi e le tematiche affrontate più mature. Famiglia, matrimonio, lavoro, gestione del tempo libero, crisi. Tutti argomenti che se trattati in maniera soddisfacente richiedono un lavoro diverso dalle tematiche young adult.
Posso dirvi subito che mi è sembrato che la Rowell se la sia cavata alla grande. È tanto credibile quando racconta di ragazzini quanto lo è quando i protagonisti hanno superato la trentina.
La storia di Georgie potrebbe essere la storia di una donna qualunque. Un uomo non può neanche provare a immaginare quanto sia difficile oggi essere donna: mamma, moglie, figlia, donna in carriera. Un unico essere umano che deve ricoprire tanti ruoli, tra le mura domestiche come in società, e deve farlo sempre al meglio, senza mai mostrare cedimenti.
A volte si crolla. Schiacciate dal peso opprimente delle aspettative, degli impegni, dei desideri. Altre volte, invece, si sbaglia. In buona fede, certo, eppure questo non viene compreso dall’esterno.
Puntano il dito, giudicano, ma mai nessuno che provi a comprendere.
Georgie ci ha provato e ci prova sempre, a essere una buona madre per le sue bambine, non c’è cosa che vorrebbe di più al mondo. Le ama alla follia, come solo una mamma può amare i suoi figli. Ci prova a essere una buona moglie, perché Neal è stato il suo primo grande amore e il suo cuore batte ancora per lui come il primo giorno. Ci prova a dare il meglio di sé al lavoro, per dare ai telespettatori una trasmissione sempre al top, innovativa, divertente, spassosa. Ci prova a essere una buona amica, una buona spalla e una collega in gamba per Seth. Ma tutto questo spesso la porta a smarrirsi, a scegliere una strada piuttosto che un’altra, a fare delle rinunce.
Rainbow Rowell racconta bene l’amarezza, la delusione, la presa di coscienza di questa donna. L’amarezza nel rendersi conto che ha sbagliato, che la strada che ha scelto non è quella che potrà condurla alla destinazione; la delusione di aver deluso le persone che ama, mettendole al secondo posto, avendo scelto, ancora una volta, altro; la presa di coscienza di un matrimonio e di un rapporto che ogni giorno che passa si logora sempre più, allontanandola da Neal piuttosto che avvicinandola.
Georgie aveva davvero bisogno di Neal. Lui per lei era casa. Era base. Era la sua fonte di energia quotidiana, ciò che le permetteva di sincronizzarsi e ripartire ogni giorno. L’unico che la conoscesse davvero per quella che era.
Ti chiamo sul fisso è un romanzo che attraverso un espediente trova il modo di riportare la protagonista indietro nel tempo, permettendole così di dare uno sguardo al passato per ricordare ciò che è stato, di riflettere sul presente per “aggiustare il tiro” e di guardare al futuro gettando delle buone basi. Come risvegliarsi dopo un lungo sonno, aprire finalmente gli occhi e capire.
Un romanzo che racconta l’amore, le seconde possibilità che a volte la vita ci regala, l’importanza delle cose che contano veramente. Tutto bello, ben congeniato, ma con un ritmo di narrazione un po’ lento. Le premesse erano buone, potenzialmente di successo, poi l’interesse è andato scemando. Un po’ come era successo con Fangirl. Non ho ancora trovato il romanzo della Rowell che mi tenga incollata alle pagine con curiosità crescente. Forse dovrei dare un’opportunità a Eleanor & Park dopo tutte le recensioni positive lette. Nel caso, vi farò sapere.  
Nonostante ciò non posso che consigliarvi Ti chiamo sul fisso. Leggere un romanzo della Rowell è sempre cosa buona e giusta, ne vale sempre la pena.




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